Il 9 febbraio p.v. alle 18.30, l’incontro organizzato da Azione presso Itaria, (l’ex Officina del Gusto in via Sarpi 18 a Mestre) in cui gli avvocati Alvise Bragadin e Simone Zancani illustreranno i fondamenti e le modalità applicative del cosiddetto “carcere duro” ai sensi dell’art, 41-bis dell’ordinamento penitenziario.Si tratta di un istituto che sospende alcune libertà e alcuni diritti che normalmente spettano alla persona detenuta. Pensato inizialmente per gestire situazioni di rivolta ed emergenza in carcere, nel 1992 fu esteso a chi è detenuto per reati di mafia, con lo scopo di restringere le libertà dei mafiosi in carcere e impedire loro di comunicare conl’esterno. Se n’è parlato in questi giorni molto a proposito di Matteo Messina Denaro e siè fatta anche molta confusione (da parte di esponenti dello stesso Governo) col cosiddetto “ergastolo ostativo”, che è cosa diversa. Sarà un’occasione preziosa per farechiarezza su questioni che non impattano sulla realtà quotidiana ma investono principi importanti di civiltà che regolano il funzionamento di una comunità civile e dei diritti. E che impattano anche con i rapporti del nostro Paese con la Corte Europea.
Gli ospiti:
Avv. Alvise Bragadin: Membro del Direttivo Provinciale Azione Venezia, Presidente delCollegio Arbitrale della medicina generale, professore presso la Scuola di Specializzazione per leProfessioni Legali Università degli studi di Padova, Professore presso l’Università di Venezia,Facoltà di Economia e commercio, Cattedra in Diritto Privato
Avv. Simone Zancani: già componente della Giunta Nazionale dell’Unione delle Camere penalied attualmente vicepresidente della Camera Penale Veneziana